10 Apr
Dipendenza affettiva: quando riconoscerla e come combatterla

L’amore dovrebbe essere sinonimo di libertà ma a volte si trasforma in una gabbia dalla quale è difficile uscire. Una delle modalità disfunzionali che riguarda la sfera sentimentale è la dipendenza affettiva. Ossia la condizione patologica che spinge una persona a instaurare un attaccamento morboso verso un’altra, ritenendola indispensabile per la propria esistenza.

Vediamo quali sono alcuni dei motivi che la provocano e cosa si può fare per uscirne. Innanzitutto bisogna precisare che la dipendenza affettiva non riguarda solo i rapporti d’amore ma anche d’amicizia e i legami familiari, come la dipendenza da un genitore in età adulta. Studi recenti hanno evidenziato che colpisce più facilmente le donne tra i venti e cinquant’anni.

I rapporti che caratterizzano la dipendenza affettiva il più delle volte si basano su un legame non sano, volto soprattutto al riempimento di un vuoto interiore. Tale situazione si può verificare, ad esempio, dopo la fine di una relazione o per un amore non ricambiato. Ciò che la contraddistingue è il rapporto ossessivo verso un’altra persona che condiziona in chi la prova determinati comportamenti e pensieri, diventando una dipendenza vera e propria e portando a tutta una serie di disagi psicologici come: paura del distacco, incapacità di fare progetti in autonomia e timore dell’abbandono, che a loro volta possono manifestare l’insorgenza di altri fenomeni spesso anche gravi come ansia, paranoia, depressione e disturbi alimentari.

Cosa si può fare per uscirne? Sbarazzarsi della paura dell’abbandono, anche se non è facile, in quanto, spesso, questa affonda radici profonde nei rapporti disfunzionali maturati durante l’infanzia. Per riuscirci bisogna incominciare andando per gradi, riacquistando fiducia in noi stessi. Non dicendo sempre sì a tutto e tutti. Inoltre, bisogna imparare a esprimere liberamente le proprie preferenze e impegnarsi a essere autonomi: sia dal punto di vista psicologico sia da quello pratico, riflettendo sul principio che si può vivere anche senza l’altro.

Un’altra consapevolezza importante è quella di comprendere che, in qualunque momento, possiamo essere in grado di cambiare le nostre abitudini. Fondamentale, poi, è cercare di essere il più aperti possibile verso il mondo esterno. Magari cercando anche di coltivare meglio certe amicizie, in modo da passare del tempo di qualità con altre persone.

Puntare sul dialogo e la comunicazione è una mossa comunque vincente, in maniera da eliminare certi dubbi che a volte risultano inesistenti e che minano la vita familiare e affettiva. Infine, riscoprire la bellezza e l’importanza di noi stessi. Il nostro valore interiore. Imparare a volerci bene accettandoci per quello che siamo. Prendendoci cura della nostra persona sia dal punto di vista fisico sia psicologico. Non fare solo tutto per gli altri. Uno degli obbiettivi finali della nostra vita è quello di imparare a diventare i migliori amici di noi stessi.

Questi atteggiamenti e comportamenti non sono facili da attuare e non sempre si riesce a uscire da certe condizioni di disagio psicologico da soli. Quando è così è importante rivolgersi ad un esperto o professionista del settore. 

In caso di necessità si può contattare anche la Croce Rossa Italiana che mette a disposizione un servizio di supporto psicologico offrendo sostegno e ascolto a chiunque stia affrontando un momento di difficoltà o un disagio legato alla sfera psicologica, emotiva e relazionale.

Il servizio è gratuito e accessibile a tutti (+18 anni). Per iniziare il percorso di supporto psicologico basta chiamare il numero 1520, attivo da lunedì a sabato, dalle 8 alle 20. Per maggiori informazioni: https://cri.it/supporto-psicologico/

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