Buongiorno, sono una donna di 43 anni, due figli. Un maschio di 12 e una femmina di 7. Dopo sedici anni di matrimonio mio marito mi ha lasciata per una donna più giovane di sei, una sua collega. Sono distrutta non solo non riesco ad accettare questo abbandono ma la mia autostima è crollata del tutto. Mi sento inutile e inadeguata, a parte i miei figli non sento stimoli per andare avanti. Grazie. Marica (Ancona)
Cara Marica,
ho letto con attenzione la tua lettera riguardo alla fine del tuo matrimonio a causa dell'abbandono di tuo marito per una donna più giovane. Capisco che questo sia un momento molto difficile per te, ma voglio che tu sappia che ci sono delle cose che puoi fare per superare questo dolore e ritrovare, con il tempo necessario, di nuovo la felicità. In primo luogo, è importante che tu non ti senta in colpa per questa situazione. Non sei tu la causa dell'infedeltà di tuo marito e non ci sono difetti nella tua persona che giustifichino questo comportamento. A volte le relazioni finiscono e basta. Certi rapporti arrivano, almeno per uno dei due, al capolinea e per quanto ci impegniamo non sono più recuperabili. Non so se questo è il vostro caso perché non scrivi se lui ha già lasciato casa o se è ancora tutto da definire, ma il punto importante è un altro, cioè tu. A prescindere da tuo marito devi riboccarti le maniche e ricominciare. I figli sono un ottimo e valido motivo perché in un momento così delicato hanno un disperato bisogno di noi e tu, invece, un disperato bisogno di te stessa. Fai di questa condizione un punto di partenza per te. Per nuovi progetti, nuove amicizie e chissà con il tempo magari un nuovo amore più importane di quello di prima. Riprendi in mano le redini della tua vita e non lasciarti andare. Fatti bella la mattina: truccati, vestiti bene. Sei ancora giovane e hai tanto da dare, vedrai che con il tempo la situazione si normalizzerà, devi avere un po’ di pazienza e voglia soprattutto di amarti, perché credimi, il bene che impariamo a volere a noi stessi è il più importante di tutto, anche di quello di chi ci sta accanto. Un abbraccio. (A.T.)